produzione servomutoTeatro | con il sostegno produttivo di Residenza IDra | liberamente tratto dal romanzo “Se è una bambina” di Beatrice Masini | drammaturgia Marzia Gallo, Michele Segreto | regia Michele Segreto | con Marzia Gallo | realizzazione scene Diego Ossoli | consulenza movimenti Natascia Medaglia | registrazioni Silvia D’Agostino | disegno luci Iro Suraci | photo Gianmarco Folcolini | si ringrazia il Comune di Borgosatollo
Ricordi, voci, odori.
Tatto, udito, olfatto.
Cosa rimane di tangibile una persona quando se n’è andata?
Polvere. Soprattutto, polvere. Costituita in gran parte di cellule morte della pelle umana, la polvere comune è ciò che rimane in casa a ricordo di una persona che abbia vissuto in quel luogo. Un evento drammatico separa una madre e una bambina. Un evento che impossibile da nominare, impossibile da capire, e quindi mascherato, nel ricordo di una bambina che non sa (ancora) accettare la realtà. Bombardamento, guerra. Un dolore talmente universale e intimo che poco importa sapere di quale guerra si tratti; poco importa datarne il periodo, precisarne il luogo, stabilirne i confini. C’è un dialogo che non è un dialogo, uno scambio di battute tra due voci che non si sentono, tra un corpo -presente, in scena- e una voce distante, familiare, nota ma irraggiungibile.
Tra il fiume in piena, privo di pause, che sono le parole della bambina e le parole precise, scelte con cura della madre. Una relazione che non è una relazione, priva di scambio, in binari paralleli mai destinati ad incrociarsi. Però vale la pena tentare.
C’è una bambina, sola, che trascorre giornate sempre identiche in un collegio, tra divise, letti numerati e cibo privo di sapore; che cerca nei pochi affetti rimasti (il nonno) un’ancora a cui aggrapparsi in un momento difficile. Una bambina sveglia, che osserva e impara, che racconta per tenere compagnia per prima cosa a se stessa, in modo impreciso, frettoloso, sovrapponendo ricordo e presente, fantasia e realtà. E poi una seconda voce. Priva di fisicità, priva di legami, in una bolla sospesa nel tempo. Cerca un contatto (impossibile?) con la sua bambina. Così lo spettatore viene eletto a testimone, se non addirittura a tramite tra questo mondo e quello, tra madre e figlia, vivi e morti, carne e polvere. Presente e assente, si posiziona al centro di quel contrasto insanabile tra aspettativa e realtà. Stabilire una relazione tra due voci che per la loro stessa natura non ne hanno, che apparentemente non potrebbero essere più diverse ma che hanno la necessità di trovare il loro incastro. Relazionarsi con la figura di una bambina, rispondendo operativamente al paradosso interpretativo di trasporne le parole nel corpo di un’attrice adulta, evitando quanto più possibile gli stereotipi immaginifici.
Premio delle Arti Sceniche L. A. Petroni 2015
Premio Tagad’Off – Festival della Nuova Drammaturgia Lombarda 2016
(Miglior Regia, Miglior Allestimento)
Premio Giovani Realtà del Teatro 2016 – Sezione Monologhi
Secondo Miglior Spettacolo per W.A.Y. – Associazione Etre
Finalista MaldiPalco – Tangram Teatro Torino 2017
Vincitore Assoluto Premio Marcello Primiceri 2019
Vincitore Bando InScena – Arci Nazionale
Premio TeatrOFFicina 2020
Tra i migliori spettacoli della stagione 2018/2019 secondo Angelica Orsi, MilanoTeatri.it.
«In una scenografia scarna ed essenziale, Marzia Gallo interpreta una curiosa e vivace bambina che cerca di affrontare la scomparsa della madre, avvenuta in un tragico bombardamento, attraverso l’ironia, l’allegria e la sincerità, uniche armi in grado di sconfiggere il trauma innominabile della morte, il più grande tabù della società occidentale. Liberamente ispirato al romanzo “Se è una bambina” della pluripremiata Beatrice Masini, questo spettacolo riesce a toccare le corde più profonde dell’anima con la brutalità incalzante dello sguardo infantile, che rompe le barriere costruite dalla società, per mostrare tutto lo squallore e la desolazione del nostro mondo. Solo rivelando il reale aspetto delle cose è, infatti, possibile trovare una chiave per superare le nostre paure.»
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